Appunti sulla Fotografia

• Tutti abbiamo una nostra visione della realtà, anche chi non scatta fotografie ha una sua idea di ciò che ci circonda.Il paesaggio è sempre presente intorno a noi e influenza i nostri pensieri, i nostri umori. Purtroppo molti lo prendono in considerazione solo quando organizzano un viaggio o una vacanza. La fotografia è uno strumento formidabile non tanto per documentare o descrivere un luogo, ma per riflettere su noi stessi.

• La fotografia oggi non si stampa, non si contempla, non si ammira, semplicemente si usa.

• Fotografare è un mestiere un hobby una via di fuga un divertimento. E’ mettere in ordine le proprie impressioni, i propri ricordi.

• Essere un fotografo a poco a che fare con la tecnica fotografica. Quello che bisogna sapere si può imparare in una settimana. Essere fotografo a più a che fare con la letteratura, con la pittura, con la poesia. In questi linguaggi nasce e si sviluppa la propria idea di fotografia.

• Per fotografare bene, e per bene intendo in maniera personale, bisogna essere calmi, avere la calma dentro di sè. Per manifestarsi, l’essenza ha bisogno di pace, silenzio, e non del chiacchiericcio della personalità.

• Fotografare il paesaggio è una forma di meditazione. Va fatta da soli. La solitudine amplifica la sensibilità, e permette alle nostre emozioni di manifestarsi liberamente.

• Catturare l’essenza di ciò che si sta fotografando, questo ė tutto. Non importa come, in bianco e nero oppure a colori, con una reflex di lusso o un telefonino. Conoscere a fondo i propri strumenti, prima e dopo lo scatto, per arrivare a vedere sul monitor prima, e su carta poi, quella precisa emozione.

• Penso che tutti abbiamo bisogno di bellezza, e un fotografo la cerca continuamente. Ma per capire la luce, bisogna guardare le ombre.

• Navigando nel web si ha un quadro preciso di che cosa è diventata oggi la fotografia: un’enorme blob, che comprende tutte le immagini reali o di sintesi, miscelate tra loro in diversi gradi, che si modifica continuamente a seconda delle mode, del momento. E’ per questo motivo che guardare le fotografie degli altri non serve più a migliorarsi come fotografi. Bisogna guardarsi dentro, scegliere le emozioni più importanti, e scattare, scattare, esprimendole meglio possibile.

• La fotografia, se non parla dell’essenza del fotografo, è semplice chiacchera visiva.

• Fotografare in controluce è come fare una radiografia alla realtà. Vedi il suo scheletro.

• Odio i tramonti. Vivo in una zona che vanta i più belli d’Italia, fotografati continuamente da chiunque con qualunque mezzo. Ma a volte cedo anch’io alle lusinghe di un giorno che muore.

• Riuscire a catturare l’anima di un paesaggio, di un uomo, di una realtà. Composizione, illuminazione e prospettiva sono importanti, ma una buona fotografia è più della somma delle sue parti. Non cercare l’applauso, ma la profondità.

• La differenza tra un fotoamatore ed un professionista è essenzialmente questa: il primo sceglie in piena libertà i suoi soggetti, preferibilmente fotogenici e gradevoli. Il secondo deve invece soddisfare un cliente, che gli impone che cosa fotografare. Spesso si tratta di rendere bello e interessante ciò che non lo è. E proprio qui sta la sua professionalità, la sua creatività: scoprire velocemente il lato migliore delle cose.

• Quando fotografo un matrimonio voglio rappresentare il carattere degli sposi, non il mio.

• Spesso quando scatto ho l’ambizione di esprimere una certezza, di mettere un punto. Ma quando poi riguardo la fotografia mi rendo conto di non aver trovato una risposta, ma un’altra domanda.

• Una luce, in un istante, è la fotografia. Dopo, al computer, posso solo rinforzare la visione originaria.

• L’adolescenza di un fotografo dura tutta la vita.

• Fotografare un paesaggio, urbano o naturale, significa cercare il simbolo, lo spirito del luogo riassunto in una o più immagini. A volte è un particolare, a volte una visione in campo lungo.

• L’immagine nella fotografia esiste solo nella mente e nel cuore del fotografo che ha saputo vederla. Esistono infinite realtà, nello stesso istante di spazio e di tempo.

• Pagare un fotografo ha senso solo se per voi le fotografie hanno un valore, un valore che cresce con il passare del tempo. Se invece le volete fare per convenzione, perché l’occasione lo richiede, perché “bisogna”, è meglio lasciar perdere. Tempo e soldi spesi male.

• Penso che ci sia sempre più bisogno di bellezza, intesa come forma di nutrimento materiale per il proprio benessere. Fermarsi a guardare il mare, il cielo o un bosco, cercare il silenzio e la solitudine sono e saranno l’unica maniera per curare, almeno in parte, le nostre nevrosi, frutto di un’arida modernità.

• Un fotografo è un cieco che accarezza il volto della realtà.

• Si guarda con attenzione solo quello che ci attira o ci respinge.

• Oggi anche un fotografo deve vendersi come un prodotto. Deve avere un’etichetta, sulla quale è scritto ciò che fa, quanto è bravo, quanto è buono, e deve dirlo con “originalità”, deve “distinguersi”. Tutto questo è deprimente.

• I grandi fotografi, del passato e del presente, sono quelli che camminano nei territori della bellezza estrema e dell’orrore estremo. Io non ho avuto il coraggio di dedicare la mia vita all’esplorazione di questi luoghi meravigliosi e terribili. Sarei dovuto scappare di casa quando ero giovane.

• C’è una maniera per fare buone fotografie? Sì. Essere presenti nel momento presente con la massima attenzione, ma rilassato. Non essere pigro, e lasciarsi andare. Le inquadrature verranno da sé, senza forzature, senza tentare ricerche di stile. Essere naturale è l’unica via per fare vere fotografie.